Non si scrive per dire qualcosa, ma perché si ha qualcosa da dire
In linea con le Indicazioni Nazionali (2012) la scuola predispone ambienti e occasioni sociali favorevoli al dialogo, all’interazione, alla ricerca, alla costruzione di significati, alla condivisione di conoscenze, al riconoscimento di punti di vista e alla loro negoziazione.
“Si invita il lettore-interprete a trattare il testo come un soggetto con cui interloquire con rispetto e non come un oggetto di cui disporre.” (T. Kasatkina)
In linea con le Indicazioni Nazionali (2012) la pratica della lettura è centrale in tutto il primo ciclo. In particolare viene promossa attraverso:
● lettura ad alta voce di insegnanti e alunni, e in alcune occasioni di genitori e autori;
● lettura di testi letterari, possibilmente nella loro interezza;
● rilettura e dialogo volti ad accedere, attraverso l’attenzione ai dettagli, alla profondità del testo;
● formazione di un patrimonio personale di testi, attraverso la memorizzazione, la copiatura, la parafrasi, il riassunto, la scrittura creativa, l’indagine testuale “da soggetto a soggetto”;
● drammatizzazione e rappresentazioni teatrali;
● sperimentazioni che possono coinvolgere alunni di altri Istituti;
● prestito dalle biblioteche, eventi anche serali, donazioni di libri.
“Non si scrive per dire qualcosa, ma perché si ha qualcosa da dire” (F.S.K.Fritzgerald)
La produzione di testi scritti è occasione di comunicazione e ancor prima di crescita della consapevolezza di sé in rapporto con le cose. Per questo testi di narrazione del proprio vissuto o di costruzioni di fantasia, di giudizio su ciò che si incontra e di riflessione personale sono praticati sin dagli ultimi anni della scuola primaria. Obiettivo da ritenersi sintetico rispetto all’intero percorso di scrittura è esplicitato dalle Indicazioni Nazionali: «Scrivere testi di tipo diverso (narrativo, descrittivo, espositivo, regolativo, argomentativo) corretti dal punto di vista morfosintattico, lessicale, ortografico, coerenti e coesi, adeguati allo scopo e al destinatario».
Tale competenza viene in particolare promossa attraverso:
● attenzione alla formulazione delle consegne per favorire la raccolta delle idee (inventio) e la loro disposizione nel testo;
● proposta di modelli testuali a cui riferirsi;
● esercizi finalizzati ad acquisire conoscenze e abilità specifiche relative al lessico, alla morfosintassi e alla struttura del testo;
● momenti di scrittura comune di testi;
● lettura ad alta voce ai compagni dei propri testi e valutazione comune;
● correzione come momento di riflessione condivisa;
● sperimentazioni anche con l’utilizzo di strumenti multimediali;
● laboratori di scrittura creativa e poesia;
● incontri con autori.
Dal punto di vista metodologico il lessico si arricchisce dentro l’esperienza. Il metodo non è l’esercizio sul vocabolario, ma la riflessione sistematica sui testi, sulla lingua quotidiana, sui linguaggi delle discipline, partendo dal possesso lessicale di ciascun alunno.
La riflessione sulla lingua contribuisce a una maggiore capacità di comprensione del testo, a riflettere e a discutere sulle proprie produzioni. Si intreccia con la riflessione sulle altre lingue del repertorio dell’allievo, in una prospettiva plurilingue e interculturale. Concorre inoltre a sviluppare le capacità di categorizzare, di connettere, di analizzare, di indurre e dedurre, utilizzando di fatto un metodo scientifico. Per questo viene dedicato un tempo consistente alla grammatica e al lessico della lingua italiana. Nella scuola primaria l’attenzione è posta sull’apprendimento delle forme corrette della scrittura (ortografia e strutturazione della frase semplice), sulla classificazione delle parti del discorso e sull’ampliamento del lessico di base; nella scuola secondaria di I grado è posta sull’organizzazione morfosintattica e logica della frase (semplice, composta e complessa), sull’ampliamento del lessico di base e dei linguaggi settoriali e sulla conoscenza delle leggi che governano il sistema lessicale.
L’allievo interagisce in modo efficace in diverse situazioni comunicative, attraverso modalità dialogiche sempre rispettose delle idee degli altri; con cui matura la consapevolezza che il dialogo, oltre a essere uno strumento comunicativo, ha anche un grande valore civile e lo utilizza per apprendere informazioni ed elaborare opinioni su problemi riguardanti vari ambiti culturali e sociali.
Usa la comunicazione orale per collaborare con gli altri, ad esempio nella realizzazione di giochi o prodotti, nell’elaborazione di progetti e nella formulazione di giudizi su problemi riguardanti vari ambiti culturali e sociali.
Ascolta e comprende testi di vario tipo “diretti” e “trasmessi” dai media, riconoscendone la fonte, il tema, le informazioni e la loro gerarchia, l’intenzione dell’emittente.
Espone oralmente all’insegnante e ai compagni argomenti di studio e di ricerca, anche avvalendosi di supporti specifici (schemi, mappe, presentazioni al computer, ecc.).
Usa manuali delle discipline o testi divulgativi (continui, non continui e misti) nelle attività di studio personali e collaborative, per ricercare, raccogliere e rielaborare dati, informazioni e concetti; costruisce sulla base di quanto letto testi o presentazioni con l’utilizzo di strumenti tradizionali e informatici.
Non appena chi sta studiando una lingua si dimentica che la sta apprendendo, la impara veramente.
“Non appena chi sta studiando una lingua si dimentica che la sta apprendendo, la impara veramente”.
La lingua è viva, in continua evoluzione, in continuo cambiamento.
È mezzo di comunicazione, di scambio di idee, di emozioni. La lingua straniera è oggi più che mai una risorsa: arricchisce la conoscenza, la amplifica e permette di entrare in contatto più profondo con le altre culture, agevolando una reciprocità e uno sviluppo delle competenze socio-relazionali adeguate a interlocutori di contesti diversi.
Partendo dal presupposto che la lingua è parte di noi e della realtà che ci circonda, piccola o grande che sia, è necessario promuoverne l’uso immediato che soddisfi un bisogno, una necessità umana.
Più specificatamente promuovere il “fare con la lingua” (“learning by doing ”) cioè l’utilizzo della lingua attraverso il fare, l’operare e le azioni. Dunque le abilità di listening e speaking sono quelle da subito privilegiate. L’apprendimento di una lingua straniera nasce in modo naturale dall’uso orale.
La figura di un esperto madrelingua accompagna gli allievi nel loro percorso fino alla terza media (“continuità verticale”, secondo le indicazioni nazionali).
Sono anche proposti in lingua inglese argomenti relativi ad altre discipline (letteratura, storia, geografia e scienze). Tali attività prevedono la collaborazione tra insegnanti di classe, specialisti e madrelingua (“continuità orizzontale”).
Il nostro modo di intendere la didattica segue un ritmo che tiene presente il “learner centred approach”, dove gli alunni sono al centro del processo d’insegnamento e di apprendimento e sono capaci di collaborare con i pari per raggiungere gli obiettivi richiesti. Un ulteriore aspetto che caratterizza questo tipo di approccio è lo sviluppo della capacità di riflettere, analizzare con spirito critico ciò che stanno apprendendo e come lo stanno apprendendo. L’obiettivo è quello di mettere gli studenti nelle condizioni di sviluppare una passione e un interesse verso l’apprendimento stesso.
(I traguardi sono riconducibili al Livello A1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue del Consiglio d’Europa). L’alunno comprende brevi messaggi orali e scritti relativi ad ambiti familiari.
Comunica oralmente in attività che richiedono solo uno scambio di informazioni semplice e diretto su argomenti familiari e abituali.
Descrive oralmente e per iscritto, in modo semplice, aspetti del proprio vissuto e del proprio ambiente.
Legge brevi e semplici testi con tecniche adeguate allo scopo.
Chiede spiegazioni, svolge i compiti secondo le indicazioni date in lingua straniera dall’insegnante.
Stabilisce relazioni tra semplici elementi linguistico-comunicativi e culturali propri delle lingue di studio.
Confronta i risultati conseguiti in lingue diverse e le strategie utilizzate per imparare.
La didattica che sarà proposta seguirà il Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue e le Indicazioni Nazionali per il raggiungimento dei livelli e gli obiettivi richiesti. Perché scegliere di studiare Spagnolo come seconda lingua straniera nella Scuola Secondaria di Primo Grado?
Le motivazioni di tale scelta sono molteplici. In primo luogo, lo Spagnolo è uno strumento straordinario con cui si può entrare in contatto con oltre 500 milioni di persone non solo in Spagna, essendo la seconda lingua più diffusa al mondo nel 2021, dopo l’Inglese e il Mandarino (Statistics & Data).
Lo Spagnolo è una delle lingue ufficiali di organismi internazionali come l’Unione Europea, le Nazioni Unite, la World Trade Organization, l’UNESCO, la FAO. Inoltre, tra le lingue più richieste dalle aziende, in Italia e all’estero, lo Spagnolo è sicuramente ai primi posti. Sempre più spesso negli annunci di lavoro sono favoriti i candidati che conoscono sia l’Inglese che lo Spagnolo. Infatti il turismo, l’enogastronomia, il commercio, la moda, la comunicazione web, il giornalismo, le energie rinnovabili, le biotecnologie e l’import/export sono alcuni dei settori per i quali la conoscenza dello Spagnolo è già molto richiesta. Imparare questa lingua permette di allargare il proprio orizzonte culturale e di creare nuovi legami sia personali che professionali.
(I traguardi sono riconducibili al Livello A1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue del Consiglio d’Europa).
L’alunno comprende brevi messaggi orali e scritti relativi ad ambiti familiari.
Comunica oralmente in attività che richiedono solo uno scambio di informazioni semplice e
diretto su argomenti familiari e abituali.
Descrive oralmente e per iscritto, in modo semplice, aspetti del proprio vissuto e del proprio
ambiente.
Legge brevi e semplici testi con tecniche adeguate allo scopo.
Chiede spiegazioni, svolge i compiti secondo le indicazioni date in lingua straniera
dall’insegnante.
Stabilisce relazioni tra semplici elementi linguistico-comunicativi e culturali propri delle
lingue di studio.
Confronta i risultati conseguiti in lingue diverse e le strategie utilizzate per imparare.
Promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti.
La scuola si pone come obiettivo quello di promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti. (I.N. 2012)
Lo studio della Storia può contribuire al raggiungimento di un tale obiettivo educativo in quanto, come disciplina, nasce proprio come volontà di ricordare e quindi come presa di coscienza del proprio passato. L’uomo vive nel presente, ma per non vivere come una foglia sbattuta dal vento ha bisogno di conoscere ciò che lo precede, l’eredità che gli giunge dal passato suo e dell’intera umanità.
Tale eredità, preziosa perché frutto della responsabilità degli uomini, si offre agli alunni come strumento di libertà, chiunque può infatti fare scelte migliori se riesce a distinguere il buono dal cattivo, l’opportuno dall’inopportuno, confrontando con l’esperienza degli uomini del passato ciò che adesso sta in prima fila sul palcoscenico del presente.
Lo studio della Storia, inoltre, collabora con altre materie a introdurre gli alunni alla consapevolezza dell’importante patrimonio storico-culturale del nostro Paese, un’eredità a cui ognuno partecipa e di cui ognuno è responsabile.
Si comincia a comprendere la Storia e la sua importanza parlando con i genitori e i nonni, facendosi raccontare come si viveva quando erano piccoli loro, per questo si parte dalla storia personale di ciascun allievo. La conoscenza si allarga poi al luogo in cui si vive, a ciò che ci circonda e in cui siamo immersi, in questo modo la conoscenza attecchisce, mette radici nel bambino.
Al centro della storia sono gli eventi. Per questo il metodo didatticamente privilegiato appare quello narrativo. Nella scuola primaria si valorizza l’interesse curioso di conoscere cosa hanno fatto gli uomini prima di noi, nella secondaria accanto a questo, l’insegnante, operando una selezione di dati e offrendone una chiave interpretativa, accompagna l’alunno a passare dall’interesse curioso all’interesse problematico, di come e perché gli uomini abbiano costruito e operato, per difendere e affermare cosa abbiano combattuto. Data la complessità e vastità della disciplina e in considerazione degli apprendimenti da acquisire durante il percorso del primo ciclo la ripartizione delle conoscenze si presenta così strutturata: alla scuola primaria sono assegnate le conoscenze storiche che riguardano il periodo compreso dalla comparsa dell’uomo alla tarda antichità; alla scuola secondaria sono invece assegnate le conoscenze che riguardano il periodo compreso dalla tarda antichità agli inizi del XXI secolo. L’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado viene dedicato prevalentemente alla studio della storia del Novecento.
Durante il percorso vengono dedicate lezioni allo sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza, per favorire una consapevolezza sempre maggiore di appartenere a una realtà civile e sociale più ampia dell’ambito strettamente familiare (concetto di cittadinanza).
L’alunno si informa in modo autonomo su fatti e problemi storici anche mediante l’uso di risorse digitali.
Produce informazioni storiche con fonti di vario genere e le sa organizzare in testi orali e scritti.
Comprende testi storici e li sa rielaborare con un personale metodo di studio.
Espone oralmente e per iscritto le conoscenze acquisite, operando collegamenti e argomentando le proprie riflessioni.
Usa le conoscenze per orientarsi nel presente, comprende opinioni e culture diverse, capisce i problemi fondamentali del mondo contemporaneo.
Comprende aspetti, processi e avvenimenti fondamentali della storia italiana dalle forme di insediamento e potere medievali alla formazione dello stato unitario fino alla nascita della Repubblica, anche con possibilità di apertura e confronti con il mondo antico.
Conosce aspetti e processi fondamentali della storia europea medievale, moderna e contemporanea come la rivoluzione industriale e la globalizzazione.
Conosce aspetti e processi fondamentali della storia del suo ambiente.
Conosce aspetti del patrimonio culturale, italiano e dell’umanità e li sa mettere in relazione con i fenomeni storici studiati.
Lo studio della geografia, in stretta relazione con la storia, ha il compito di approfondire la consapevolezza dell’alunno delle interrelazioni tra l’uomo e l’ambiente in un dato territorio.
Lo studio della geografia, in stretta relazione con la storia, ha il compito di approfondire la consapevolezza dell’alunno delle interrelazioni tra l’uomo e l’ambiente in un dato territorio. Asseconda e nutre il desiderio di conoscere come è fatto il mondo oggi e come, nel tempo, si è modificato, permette di incontrare luoghi lontani e culture diverse e quindi di sviluppare anche la consapevolezza critica della propria, di vedere da diversi punti di vista importanti questioni globali, come i flussi migratori.
Contribuisce a sollecitare l’osservazione, a conferire il senso dello spazio, a sviluppare le capacità descrittive e ad arricchire il patrimonio culturale.
Collabora con altre discipline a promuovere il rispetto per l’ambiente, a comprendere problemi e a vedere possibili soluzioni. Si intreccia anche, con matematica, in particolare alla scuola primaria, in quanto per acquisire alcune nozioni spaziali è necessario applicare concetti geometrico-matematici. Insieme alle altre discipline di studio, educa gli alunni a un utilizzo del digitale finalizzato alla conoscenza e al lavoro di ricerca e permette di verificare e valutare lo sviluppo delle competenze narrative, espositive e argomentative.
Uscite didattiche, visite d’istruzione e attività laboratoriali sono momenti importanti per la maturazione della consapevolezza storico-geografica.
La studio della geografia è articolato in modo progressivo, tenendo presente lo sviluppo cognitivo degli allievi. Alla scuola secondaria, in connessione con il lavoro della scuola primaria sulla Penisola Italiana, si riprende il metodo geografico in modo più approfondito ed esemplificandolo sulla propria regione e nazione, per procedere poi con l’Europa in generale e con il tema della costruzione dell’Unione Europea.
Nel secondo anno viene affrontato lo studio delle principali nazioni europee, compresa la Russia asiatica e parte del bacino del Mediterraneo.
Nel terzo anno, dopo alcuni cenni sulla posizione astronomica della Terra e sul suo influsso sui climi, si procede con le principali nazioni di Asia, America del Nord, America Latina, Africa e Oceania, introducendo infine le grandi tematiche planetarie in generale.
La studio della geografia è articolato in modo progressivo, tenendo presente lo sviluppo cognitivo degli allievi.
Alla scuola secondaria, in connessione con il lavoro della scuola primaria sulla Penisola Italiana, nel primo anno si riprende il metodo geografico in modo più approfondito ed esemplificandolo sulla propria regione e nazione, per procedere poi con l’Europa in generale e con il tema della costruzione dell’Unione Europea.
Nel secondo anno viene affrontato lo studio delle principali nazioni europee, compresa la Russia asiatica e parte del bacino del Mediterraneo.
Nel terzo anno, dopo alcuni cenni sulla posizione astronomica della Terra e sul suo influsso sui climi, si procede con le principali nazioni di Asia, America del Nord, America Latina, Africa e Oceania, introducendo infine le grandi tematiche planetarie in generale.
Lo studente si orienta nello spazio e sulle carte di diversa scala in base ai punti cardinali e alle coordinate geografiche.
È in grado di orientare una carta geografica a grande scala facendo riferimento a punti di riferimento fissi.
Comunica efficacemente informazioni spaziali utilizzando carte geografiche, fotografie, immagini, elaborazioni digitali, grafici, dati statistici, sistemi informativi geografici.
Riconosce nei paesaggi europei e mondiali gli elementi fisici significativi e le emergenze storiche, artistiche e architettoniche, come patrimonio naturale e culturale da tutelare e valorizzare.
Raffronta gli elementi naturali e antropici dell’Italia con quelli dell’Europa e degli altri continenti.
Osserva, legge e analizza sistemi territoriali vicini e lontani nello spazio e nel tempo e valuta gli effetti delle azioni dell’uomo sui sistemi territoriali.
Ché, per la vita familiare, per quella pubblica e per tutti i tipi di arte nessuna disciplina formativa ha una efficacia così grande come la scienza dei numeri…
“Ché, per la vita familiare, per quella pubblica e per tutti i tipi di arte nessuna disciplina formativa ha una efficacia così grande come la scienza dei numeri; ma la cosa più importante è che essa sveglia chi per natura è sonnolento e tardo di intelletto e lo rende pronto ad apprendere, di buona memoria e perspicace, facendolo progredire per arte divina oltre le sue capacità naturali.” Platone, “Le leggi”, Libro V, 747b
“La costruzione del pensiero matematico è un processo lungo e progressivo nel quale concetti, abilità, competenze e atteggiamenti vengono ritrovati, intrecciati, consolidati e sviluppati a più riprese; è un processo che comporta anche difficoltà linguistiche e che richiede un’acquisizione graduale del linguaggio matematico.” (dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012)
L’esperienza matematica (come quella linguistica) è caratteristica dell’uomo, della persona, quindi del bambino e del ragazzo, di qualsiasi età. La Matematica è una forma di conoscenza della realtà che nasce, nel senso comune e nell’esperienza quotidiana, come riflessione sul rapporto consapevole con le cose. A partire dalla percezione e dall’esperienza sensibile, indaga aspetti quantitativi e relazioni tra elementi fondamentali, offre un modo di incontrare la realtà e ne rivela l’ordine e l’intelligibilità, cioè la profonda intrinseca bellezza.
La Matematica fornisce strumenti per la descrizione scientifica del mondo e per affrontare problemi utili nella vita quotidiana; contribuisce a sviluppare la capacità di comunicare e discutere, di argomentare in modo corretto, di comprendere i punti di vista e le argomentazioni degli altri.
La lezione di Matematica è un momento in cui l’alunno, partendo da una situazione problematica legata alla vita quotidiana o da esperienze ludiche, è attivo, formula le proprie ipotesi e ne controlla le conseguenze, progetta e sperimenta, discute e argomenta le proprie scelte, avanzando nella conoscenza. La soddisfazione sperimentata nel trovare la propria strada risolutiva consente all’alunno di crescere nella consapevolezza delle proprie abilità e nella fiducia in se stesso.
Il docente ha il compito di trovare “un delicato equilibrio tra la libertà dell’inventare e la forza del guidare” (H. Freudenthal).
“Il maestro […] è colui che aiuta a tirar fuori chi si è, chi valorizza le potenzialità dell’altro per come è, chi provoca la libera iniziativa della persona altrui a giocarsi nel rischio del conoscere.” (C.F. Manara)
La sfida è far scoprire a tutti gli alunni la bellezza della Matematica, non ridotta a un insieme di regole da memorizzare e applicare, ma metodo per guardare le cose che sono intorno o che sono state tramandate ed in questa scoperta accompagnarli a scoprire di più se stessi.
Nella scuola secondaria il ragazzo comincia ad utilizzare con maggiore consapevolezza alcuni elementi del linguaggio matematico ed impara ad apprezzarne l’utilità, l’eleganza e la storia.
L’attività proposta sarà più propriamente di matematizzazione, formalizzazione, generalizzazione: l’alunno analizza le situazioni per tradurle in termini matematici, riconosce schemi ricorrenti, stabilisce analogie con modelli noti, sceglie le azioni da compiere (operazioni, costruzioni geometriche, grafici, formalizzazioni, scrittura e risoluzione di equazioni…) e le concatena in modo efficace al fine di produrre una risoluzione del problema.
Un’attenzione particolare andrà dedicata allo sviluppo della capacità di esporre e di discutere con i compagni le soluzioni e i procedimenti seguiti.
L’alunno si muove con sicurezza nel calcolo anche con i numeri razionali, ne padroneggia le diverse rappresentazioni e stima la grandezza di un numero e il risultato di operazioni.
Riconosce e denomina le forme del piano e dello spazio, le loro rappresentazioni e coglie le relazioni tra gli elementi.
Analizza e interpreta rappresentazioni di dati per ricavarne misure di variabilità e prendere decisioni.
Riconosce e risolve problemi in contesti diversi valutando le informazioni e la loro coerenza.
Spiega il procedimento seguito, anche in forma scritta, mantenendo il controllo sia sul processo risolutivo, sia sui risultati.
Confronta procedimenti diversi e produce formalizzazioni che gli consentono di passare da un problema specifico a una classe di problemi.
Produce argomentazioni in base alle conoscenze teoriche acquisite (ad esempio, sa utilizzare i concetti di proprietà caratterizzante e di definizione).
Sostiene le proprie convinzioni, portando esempi e controesempi adeguati e utilizzando concatenazioni di affermazioni; accetta di cambiare opinione riconoscendo le conoscenze logiche di un’argomentazione corretta.
Comunica le conoscenze acquisite in diversi contesti mediante il linguaggio matematico; si orienta nelle situazioni di incertezza (vita quotidiana, giochi…) con valutazioni di probabilità.
Utilizza e interpreta il linguaggio matematico (piano cartesiano, formule, equazioni…) e ne coglie il rapporto col linguaggio naturale.
Ha rafforzato un atteggiamento positivo rispetto alla matematica attraverso esperienze significative e ha capito come gli strumenti matematici appresi siano utili in molte situazioni per operare nella realtà.
…tra le sicure maniere di conseguire la verità è l’anteporre l’esperienza a qualsivoglia discorso, non sento possibile che una sensata esperienza sia contraria al vero…
“…tra le sicure maniere di conseguire la verità è l’anteporre l’esperienza a qualsivoglia discorso, non sento possibile che una sensata esperienza sia contraria al vero…” Galileo Galilei
Nella scuola secondaria di primo grado, l’insegnamento delle scienze è da intendersi come una forma di conoscenza della realtà che, in base a una curiosità (domanda) nei confronti del mondo sensibile, parte dall’esperienza (osservazione) e porta, gradualmente, alla comprensione (spiegazione razionale) dei fenomeni naturali.
Questo implica un cammino che rispetta il modo di procedere dell’indagine sperimentale (descrizione, raccolta e analisi dei dati, ipotesi e verifica, spiegazione e teoria); l’alunno può perciò attraverso tale disciplina imparare uno sguardo sulla realtà attento e desideroso di capire, ha la possibilità di comprendere l’importanza del porre domande significative, di dare un nome alle cose, di scoprire le leggi fisico matematiche che regolano gli aspetti della realtà.
L’approccio ai fenomeni seguirà le tappe del metodo sperimentale:
A. Osservare le cose che ci circondano. Per questo si proporrà ai ragazzi qualche esperienza pratica, che possano toccare con mano, e si prenderà spunto, per introdurre argomenti, da situazioni a loro familiari o da aneddoti storici.
B. Formulare ipotesi per spiegare ciò che si è osservato. Ciascuno potrà esprimere le proprie impressioni e ragionare secondo il proprio buon senso.
C. Eseguire esperimenti. I ragazzi dovranno abituarsi ad utilizzare correttamente strumenti di misura, a raccogliere e presentare i risultati.
D. Esaminare i risultati degli esperimenti per trarre le conclusioni.
L’utilizzo di questo metodo permette di verificare che ogni conoscenza passa prima di tutto attraverso l’esperienza: la Matematica e le Scienze Naturali perdono significato se considerate fine a se stesse. Le esperienze proposte, gli esempi tratti dalla vita quotidiana e gli aneddoti storici vogliono mostrare come le Scienze Naturali nascono dalla necessità di risolvere problemi reali. Questo contatto con la realtà contribuisce ad avvicinare le materie scientifiche alla vita dei ragazzi, a far loro capire che quello che apprendono è un “guadagno” concreto.
Il metodo sperimentale e le abilità logiche e deduttive non progrediscono se di pari passo non si evolve un linguaggio adeguato a trasmetterne le informazioni. Per far percepire ai ragazzi la necessità e l’importanza di introdurre un linguaggio specifico che veicoli le informazioni in modo preciso e oggettivo, è fondamentale abituarli a lavorare in gruppi; ci contribuisce a sviluppare la capacità di comunicare e discutere, di argomentare in modo corretto, di comprendere i punti di vista degli altri.
La particolare attenzione dedicata alla comunicazione è dovuta al fatto che per uno studente è complesso apprendere e saper gestire un “discorso scientifico” proprio a causa del linguaggio “speciale” che esso richiede, spesso in contrasto con la lingua comune che lo studente utilizza fuori dal contesto scolastico. Si tratta di entrare in contatto con parole del tutto nuove, o di dover far uso di parole che assumono più significati, molte volte diversi da quelli della lingua comune. L’apprendimento di ogni alunno sarà favorito da percorsi individualizzati e da condizioni relazionali tali da consentire il massimo sviluppo.
L’alunno osserva, descrive ed analizza fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconosce nelle sue varie forme i concetti di sistema e di complessità.
Analizza qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di materia e di energia.
Riconosce nel proprio organismo strutture e funzionamenti a livelli macroscopici e microscopici, ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti.
Ha una visione dell’ambiente di vita, locale e globale come sistema dinamico di specie viventi che interagiscono tra loro.
Comprende il ruolo della comunità umana nel sistema ed il carattere finito delle risorse.
Sviluppa semplici schematizzazioni, modellizzazioni, formalizzazioni logiche e matematiche dei fatti e fenomeni, applicandoli anche ai contesti della vita quotidiana.
Collega lo sviluppo delle scienze allo sviluppo della storia dell’uomo.
Mostra curiosità e interesse verso i principali problemi legati all’uso della scienza nel campo dello sviluppo scientifico e tecnologico.
Comprende che le teorie scientifiche non sono definitive, ma in continuo divenire.
● Utilizzare i concetti fisici fondamentali quali: pressione, volume, velocità, peso, peso specifico, forza, temperatura, calore, carica elettrica, ecc., in varie situazioni di esperienza; in alcuni casi raccogliere dati su variabili rilevanti di differenti fenomeni, trovarne relazioni quantitative ed esprimerle con rappresentazioni formali di tipo diverso.
● Costruire e utilizzare correttamente il concetto di energia come quantità che si conserva; individuare la sua dipendenza da altre variabili; riconoscere l’inevitabile produzione di calore nelle catene energetiche reali.
● Padroneggiare concetti di trasformazione chimica; sperimentare reazioni anche con prodotti chimici di uso domestico e interpretarle sulla base di modelli semplici di struttura della materia; osservare e descrivere lo svolgersi delle reazioni e i prodotti ottenuti.
● Osservare, modellizzare e interpretare i più evidenti fenomeni celesti attraverso l’osservazione del cielo notturno e diurno, utilizzando anche planetari o simulazioni al computer. Ricostruire i movimenti della Terra da cui dipendono il dì e la notte e l’alternarsi delle stagioni. Costruire modelli tridimensionali anche in connessione con l’evoluzione storica dell’astronomia.
● Spiegare, anche per mezzo di simulazioni, i meccanismi delle eclissi di sole e di luna. Realizzare esperienze quali ad esempio: costruzione di una meridiana, registrazione della traiettoria del sole e della sua altezza a mezzogiorno durante l’arco dell’anno.
● Riconoscere, con ricerche sul campo ed esperienze concrete, i principali tipi di rocce ed i processi geologici da cui hanno avuto origine.
● Conoscere la struttura della Terra e i suoi movimenti interni (tettonica a placche); individuare i rischi sismici, vulcanici e idrogeologici della propria regione per pianificare eventuali attività di prevenzione. Realizzare esperienze quali ad esempio la raccolta e i saggi di rocce diverse.
● Riconoscere le somiglianze e le differenze del funzionamento delle diverse specie di viventi.
● Sviluppare progressivamente la capacità di spiegare il funzionamento macroscopico dei viventi con un modello cellulare.
● Conoscere le basi biologiche della trasmissione dei caratteri ereditari acquisendo le prime elementari nozioni di genetica.
● Acquisire corrette informazioni sullo sviluppo puberale e la sessualità; sviluppare la cura e il controllo della propria salute attraverso una corretta alimentazione; sviluppare la consapevolezza dei danni prodotti dal fumo e dalle droghe.
● Assumere comportamenti e scelte personali ecologicamente sostenibili. Rispettare e preservare la biodiversità nei sistemi ambientali.
La disciplina di Tecnologia mira a favorire e stimolare la generale attitudine umana a porre e a trattare problemi, facendo dialogare e interagire abilità di tipo cognitivo, operativo, metodologico e collaborativo.
La disciplina di Tecnologia mira a favorire e stimolare la generale attitudine umana a porre e a trattare problemi, facendo dialogare e interagire abilità di tipo cognitivo, operativo, metodologico e collaborativo.
Rientrano nel campo di studio della Tecnologia i principi di funzionamento e le modalità di impiego degli strumenti, dispositivi, macchine e sistemi che l’uomo progetta, realizza e usa per gestire o risolvere problemi.
Lo studio e l’esercizio della Tecnologia nelle classi della scuola primaria risultano trasversali rispetto a tutte le materie e impliciti in esse, per evitare specializzazioni che risultano inadeguate all’età dei bambini. L’attività laboratoriale, intesa come modalità per accostarsi in modo operativo a situazioni o fenomeni oggetto di studio, rappresenta il riferimento costante per la didattica.
Nell’evolversi del percorso della scuola del primo ciclo, dalla primaria alla secondaria, la Tecnologia, insieme alla tecnica, assume sempre più, in modo consapevole, il complesso degli interventi e delle trasformazioni che l’uomo opera nei confronti dell’ambiente per rispondere ai propri bisogni e migliorare le proprie condizioni di vita.
L’ora di lezione è il momento in cui il ragazzo, partendo da una situazione problematica, formula delle ipotesi, progetta cercando di prevedere l’esito, sperimenta e verifica la correttezza del proprio operato, discute e argomenta le proprie scelte dentro un dialogo continuo.
L’esito di tale processo d’apprendimento è pervenire, oltre che all’acquisizione dei contenuti propri della disciplina, anche all’autovalutazione critica e personale del proprio operato, delle proprie “costruzioni”.
L’alunno riconosce nell’ambiente che lo circonda i principali sistemi tecnologici e le molteplici relazioni che essi stabiliscono con gli esseri viventi e altri elementi naturali.
Ipotizza le possibili conseguenze di una decisione o di una scelta di tipo tecnologico, riconoscendo innovazioni, opportunità e rischi.
Conosce e utilizza oggetti, strumenti e macchine di uso comune e ne descrive la funzione, in relazione alla forma, alla struttura e ai materiali.
Utilizza adeguatamente risorse materiali, informative e organizzative per la progettazione e la realizzazione di semplici prodotti, anche di tipo digitale.
Progetta e realizza rappresentazioni grafiche o info-grafiche, relative alla struttura e al funzionamento di sistemi materiali o immateriali, utilizzando elementi del disegno tecnico o altri linguaggi multimediali.
Conosce le regole base della progettazione di ogni ambiente della casa, i singoli impianti che la compongono, la cronologia delle fasi che occorrono alla costruzione di un edificio, le strutture e le tipologie di materiali impiegati in edilizia.
Utilizza e conosce in maniera appropriata, cogliendone le potenzialità ed i rischi, gli elettrodomestici che utilizziamo nella nostra vita quotidiana, i mezzi di comunicazione che offre il web, la navigazione svolta in maniera sicura in Internet e i nuovi social che sono oggi a disposizione.
Conosce il concetto iniziale di meccanica e di forza, ed i principali mezzi di comunicazione terrestri, aerei ed acquatici.
Un uomo “senza musica” è come un uomo senza gusto, o senza udito: ha un senso in meno.
Si considera il canale musicale uno dei linguaggi che il bambino esplora ed assorbe in autonomia fin dall’inizio della sua vita.
L’educazione al suono e alla musica concorre quindi con le altre aree di apprendimento alla scoperta, conoscenza e comprensione di sé, dell’altro e della realtà sotto l’aspetto acustico.
É ormai dimostrato l’apporto che una seria pratica musicale arreca allo sviluppo integrale del bambino e del ragazzo sia per quanto riguarda l’area affettiva che per quella cognitiva.
Vengono stimolati infatti efficacemente i processi di apprendimento, lo sviluppo delle capacità logico matematiche, la strutturazione dell’intelligenza, del pensiero divergente e del pensiero astratto, e quindi il rapporto con il reale nella sua complessità.
Come descrive la frase di Gianni Rodari: «Un uomo “senza musica” è come un uomo senza gusto, o senza udito: ha un senso in meno».
Non è necessario possedere specifiche competenze tecniche per cogliere il valore dell’espressività di questa forma artistica: l’esperienza musicale permette al bambino e al ragazzo di godere, fruire, produrre un’esperienza del Bello.
Alla base di questa disciplina ci deve essere la comunicazione del piacere di fare e far fruire la musica, la voglia di scoprire i suoni e le musiche del mondo, la volontà di acquisire nuovi contenuti e di sviluppare metodi sempre più adeguati per gestire la complessa relazione educativa nella vita quotidiana della scuola.
Fra le attività proposte ai bambini e ragazzi, notevole importanza avrà l’educazione della voce (parlata e cantata), che contiene già in sé i germi di una completa educazione musicale, poi la pratica ritmico-strumentale, i giochi di sincronizzazione suono-gesto-movimento, l’interpretazione mimica dei brani vocali e strumentali, la costruzione di strumenti con materiali di recupero e ancora l’educazione all’ascolto e l’introduzione alla storia della musica attraverso lo studio di alcuni eventi o la produzione artistica di alcuni musicisti.
Nella scuola primaria l’attività musicale si attua nei suoi due ambiti fondamentali: percezione associata alla comprensione e produzione. Il ragazzo viene educato innanzitutto a cogliere l’importanza del silenzio come momento di apprendimento, per poi essere guidato attraverso diverse esperienze di ascolto.
La musica viene proposta come modalità comunicativa che privilegia l’aspetto relazionale più che quello d’intrattenimento, favorendo la formazione simbolica delle emozioni.
La materia nella scuola secondaria prevede tre differenti ambiti:
Ambito teorico: ovvero la comprensione della notazione e dei principali meccanismi alla base del sistema musicale tonale occidentale.
Ambito storico/culturale: prevede unità di apprendimento parallele al programma di storia e geografia e può includere percorsi e attività interdisciplinari per la produzione di elaborati finalizzati all’esposizione in diversi contesti scolastici (open day, festa della scuola, esame di stato).
Ambito pratico: l’attività del canto accompagna l’alunno durante tutti i tre anni del percorso di studi. A partire dal secondo quadrimestre della prima media viene adottata la tastiera elettronica, uno strumento per permettere a ogni alunno di interfacciarsi più concretamente con la notazione e i principi teorici trattati.
L’alunno partecipa in modo attivo alla realizzazione di esperienze musicali attraverso l’esecuzione e l’interpretazione di brani vocali e strumentali, appartenenti a generi e culture differenti.
Comprende e valuta eventi, materiali, opere musicali riconoscendone i significati, anche in relazione alla propria esperienza e ai diversi contesti storico-culturali.
Usa diversi sistemi di notazione funzionali alla lettura, all’analisi e alla produzione di brani musicali.
Integra con altri saperi e altre pratiche artistiche le proprie esperienze musicali, servendosi anche di appropriati codici e sistemi di codifica.
È in grado di ideare e realizzare, anche attraverso l’improvvisazione o partecipando a processi di elaborazione collettiva, messaggi musicali e multimediali, nel confronto critico con modelli appartenenti al patrimonio musicale, utilizzando anche strumenti informatici.
L’incontro con l’arte è l’occasione per guardare con occhi diversi il mondo che ci circonda.
L’incontro con l’arte è l’occasione per guardare con occhi diversi il mondo che ci circonda.
Nella scuola secondaria di primo grado, la disciplina di Arte e immagine ha lo scopo di:
● sviluppare e potenziare la capacità di esprimersi;
● comunicare in modo creativo e personale;
● osservare per analizzare le immagini e le diverse creazioni artistiche;
● acquisire una personale sensibilità estetica e un atteggiamento di consapevole attenzione verso il patrimonio artistico;
● imparare a utilizzare e a fruire del linguaggio visivo e dell’arte, traducendoli in forme di comunicazione sempre più consapevoli.
Con un approccio di tipo laboratoriale, nell’ambito della dinamica dell’apprendimento per scoperta, attraverso attività ludiche che utilizzano le strategie della narrazione e della drammatizzazione, l’alunno impara ad osservare per descrivere e a leggere per comprendere in modo critico le opere d’arte.
Per far sì che la disciplina contribuisca allo sviluppo di tutti gli aspetti della personalità dell’alunno, il suo apprendimento, inoltre, viene realizzato tenendo presente tutte le sue diverse componenti:
● sensoriale (in particolare potenziamento tattile e visivo);
● linguistico-comunicativo (il messaggio visivo con i suoi segni e le proprie funzioni);
● storico-culturale (l’arte vista come “finestra” aperta sulla storia, sulla società, sulla cultura e sulla religione di una specifica epoca);
● espressivo-comunicativa (produzione e sperimentazione di diverse tecniche, stili e materiali diversificati, comprese le nuove tecnologie);
● patrimoniale (beni artistici e culturali presenti nel territorio).
L’alunno progetta e realizza elaborati personali, creativi e originali, applicando le conoscenze e le regole del linguaggio visivo, scegliendo in modo funzionale tecniche e materiali differenti, anche con l’integrazione di più codici espressivi e multimediali.
Utilizza con consapevolezza gli strumenti, le tecniche figurative e le regole della rappresentazione visiva, in modo personale.
Scopre che l’arte aiuta a vivere, allena il senso critico e favorisce una maggiore apertura mentale.
Usa diverse tecniche di osservazione, per descrivere con un linguaggio specifico appropriato, gli elementi di un contesto reale.
Ha capito che apprendere non è perdere, ma al contrario perfezionare stile, libertà di giudizio, gusto e autonomia.
Legge e interpreta un’opera d’arte antica, medievale, moderna e contemporanea, sapendole collocare nei rispettivi contesti storici, culturali e ambientali del proprio territorio, comprendendone il significato e individuando le scelte creative e stilistiche dell’autore.
Sa entrare in relazione con l’opera d’arte, tenendo presente che si tratta del gesto di un artista che ha detto qualcosa di sé, quindi vede l’opera come una parte di realtà vista con gli occhi dell’artista.
Ha uno sguardo più attento, perché ha fatto esperienza della realtà. Riconosce gli elementi principali del patrimonio artistico in cui vive.
Nel primo ciclo l’educazione fisica promuove la conoscenza del proprio “io” corporeo e delle proprie potenzialità in relazione con la realtà.
Nel corso dei cinque anni della scuola primaria e nel triennio della scuola secondaria di I ciclo, l’attività viene integrata e arricchita da interventi di esperti ( rugby, scherma, baseball, volley..) allo scopo di allargare le conoscenze pratiche, potenziare capacità specifiche nel momento più appropriato, far conoscere diverse discipline sportive.
In particolare, durante i tre anni della scuola secondaria di I grado, il percorso che viene proposto all’alunno è rivolto a rimodulare la consapevolezza acquisita precedentemente del sé corporeo per scoprire ciò che si può fare con il proprio fisico, confrontandosi con molteplici discipline.
In questo modo si cerca di aiutare l’individuo nel trovare la propria “vocazione” sportiva proponendo attività diversificate; questo perché un’intelligenza motoria non potrà che potenziare e rafforzare l’intelletto, la capacità di concentrazione, l’astrazione e l’interiorizzazione anche al di fuori dell’ambito sportivo.
Nella classe prima si cercherà l’apprendimento di nuovi gesti tecnici specifici per ogni sport
In seconda si lavorerà sulla capacità di controllo e gestione del proprio corpo e dei gesti tecnici.
Infine in terza si punterà a potenziare la capacità di adattamento motorio, soprattutto in situazioni nuove e impreviste, stimolando la creatività e la strategia motoria.
L’alunno al termine dei tre anni della Scuola Secondaria di I Grado matura una consapevolezza nelle proprie competenze motorie e sia nei propri punti di forza che nei propri limiti.
Riesce ad utilizzare le abilità motorie e sportive acquisite con l’esperienza adattando i movimenti in base alle situazioni che ha davanti.
Utilizza il linguaggio motorio per relazionarsi con gli altri, praticando i valori sportivi con fairplay nell’attività quotidiana e nel rispetto delle regole.
Rispetta i criteri di sicurezza per sé, per gli altri, per gli attrezzi e per l’ambiente che ha intorno.
É in grado di integrarsi nel gruppo autonomamente.
Per andare alla ricerca del proprio volto umano, per poter finalmente dire “io” in modo autentico.
Per andare alla ricerca del proprio volto umano, per poter finalmente dire “io” in modo autentico.
Come un essere umano può conoscere se stesso, la propria natura?
L’uomo può conoscere se stesso dentro la vita che fa, le scelte, le occupazioni, i sentimenti e le amicizie che crea. É proprio questo che nel primo ciclo l’insegnamento della religione cattolica (Irc) opera, accompagnando gli alunni a riflettere e interrogarsi sul senso della loro esperienza per elaborare ed esprimere un progetto di vita, che si integri nel mondo reale in modo dinamico, armonico ed evolutivo.
La proposta educativa dell’Irc consente la riflessione sui grandi interrogativi posti dalla condizione umana (ricerca identitaria, vita di relazione, complessità del reale, bene e male, scelte di valore, origine e fine della vita, radicali domande di senso…) e sollecita il confronto con la risposta maturata nella tradizione cristiana nel rispetto del processo di crescita della persona e con modalità differenziate a seconda della specifica fascia d’età, approfondendo le implicazioni antropologiche, sociali e valoriali, e promuovendo un confronto mediante il quale la persona, nell’esercizio della propria libertà, riflette e si orienta per la scelta di un responsabile progetto di vita.
L’Irc contribuisce quindi alla formazione di persone capaci di dialogo e di rispetto delle differenze, di comportamenti di reciproca comprensione, in un contesto di pluralismo culturale e religioso e si offre come preziosa opportunità per l’elaborazione di attività interdisciplinari, per proporre percorsi di sintesi che, da una peculiare angolatura, aiutino gli alunni a costruire mappe culturali in grado di ricomporre nella loro mente una comprensione unitaria della realtà.
L’alunno è aperto alla sincera ricerca della verità e sa interrogarsi sul trascendente e porsi domande di senso, cogliendo l’intreccio tra dimensione religiosa e culturale.
A partire dal contesto in cui vive, sa interagire con persone di religione differente, sviluppando un’identità capace di accoglienza, confronto e dialogo.
Individua, a partire dalla Bibbia, le tappe essenziali e i dati oggettivi della storia della salvezza, della vita e dell’insegnamento di Gesù, del cristianesimo delle origini.
Ricostruisce gli elementi fondamentali della storia della Chiesa e li confronta con le vicende della storia civile passata e recente elaborando criteri per avviarne una interpretazione consapevole.
Riconosce i linguaggi espressivi della fede (simboli, preghiere, riti, ecc.), ne individua le tracce presenti in ambito locale, italiano, europeo e nel mondo imparando ad apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e spirituale.
Coglie le implicazioni etiche della fede cristiana e le rende oggetto di riflessione in vista di scelte di vita progettuali e responsabili.
Inizia a confrontarsi con la complessità dell’esistenza e impara a dare valore ai propri comportamenti, per relazionarsi in maniera armoniosa con se stesso, con gli altri, con il mondo che lo circonda.
È una realtà il cui scopo è accompagnare ogni alunno affinché sia sempre più capace di valutare responsabilmente ed autonomamente le cose, i fatti e i rapporti.
Nelle nostre scuole l’Educazione Civica avviene innanzitutto in modo implicito: la scuola è infatti una realtà viva di persone in cammino, in cui insegnanti e alunni operano perché accada apprendimento, perché la ragione si spalanchi e la libertà si affezioni alla verità dell’umano.
È una realtà in cui l’educazione al giudizio avviene nell’insegnamento apprendimento (significativo, critico e sempre più autonomo) delle materie e discipline scolastiche. È una realtà il cui scopo è accompagnare ogni alunno affinché sia sempre più capace di valutare responsabilmente ed autonomamente le cose, i fatti e i rapporti. È dunque all’interno di questo orizzonte di riferimento che è stato elaborato il curricolo di Educazione Civica in verticale.
Il monte ore annuale di Educazione civica (almeno 33 ore) potrà essere ampliato e dettagliato nelle singole programmazioni secondo la specificità delle classi, le esigenze dei bambini e dei ragazzi e le competenze da essi possedute.
Nella scuola secondaria di primo grado, l’insegnamento apprendimento dei contenuti specifici dell’Educazione Civica continua aprendosi sempre più alla conoscenza della complessità delle realtà politiche, sociali ed economiche e alla comprensione della responsabilità dell’uomo nella custodia e nello sviluppo del bene comune.
Lo svolgimento delle proposte è affidato a un team costituito dagli insegnanti di Storia e Geografia, di Scienze, di Tecnologia e Informatica, di Educazione Motoria e Inglese nei cui curricoli disciplinari sono presenti obiettivi e contenuti di 121 apprendimento che prevedono lo sviluppo delle tre tematiche fondamentali indicate dal D.M. n.35/2020: Costituzione, sviluppo sostenibile e cittadinanza digitale.
Coordinatore del team è l’insegnante di Storia, materia che contribuisce fortemente a divenire cittadini consapevoli e a comprendere il valore della partecipazione alla vita sociale.
Sia per la primaria che per la secondaria, la valutazione della maturazione delle competenze è affidata ai Consigli di Classe.
NUCLEI CONCETTUALI DI RIFERIMENTO E ARTICOLAZIONE DEI TRAGUARDI
1. Costituzione, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà.
2. Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio.
3. Cittadinanza digitale.
TRAGUARDI DI COMPETENZA
(macro-competenze ed atteggiamenti al termine del percorso di educazione civica)
A. Orientare i propri comportamenti e ponderare le proprie scelte alla luce delle norme nazionali e internazionali, nel rispetto della società e dell’ambiente;
B. Sviluppare una cittadinanza attiva, consapevole e responsabile;
C. Rispettare e valorizzare il patrimonio artistico-culturale del territorio italiano;
D. Utilizzare il web e gestire i dati digitali in modo consapevole e responsabile;
E. Sviluppare il pensiero critico e la capacità di valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali;
F. Comprendere gli elementi fondamentali del diritto del lavoro e della relativa normativa sulla sicurezza.
PROFILO DELL’ALUNNO AL TERMINE DELLA SCUOLA DEL PRIMO CICLO
All. B delle linee guida – Integrazioni al Profilo delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione (D.M. n. 254/2012) riferite all’insegnamento trasversale dell’educazione civica
1. L’alunno, al termine del primo ciclo, comprende i concetti del prendersi cura di sé, della comunità, dell’ambiente.
2. È consapevole che i principi di solidarietà, uguaglianza e rispetto della diversità sono i pilastri che sorreggono la convivenza civile e favoriscono la costruzione di un futuro equo e sostenibile.
3. Comprende il concetto di Stato, Regione, Città Metropolitana, Comune e Municipi e riconosce i sistemi e le organizzazioni che regolano i rapporti fra i cittadini e i principi di libertà sanciti dalla Costituzione Italiana e dalle Carte Internazionali, e in particolare conosce la Dichiarazione universale dei diritti umani, i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana e gli elementi essenziali della forma di Stato e di Governo.
4. Comprende la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile, rispettoso dell’ecosistema, nonché di un utilizzo consapevole delle risorse ambientali.
5. Promuove il rispetto verso gli altri, l’ambiente e la natura e sa riconoscere gli effetti del degrado e dell’incuria.
6. Sa riconoscere le fonti energetiche e promuove un atteggiamento critico e razionale nel loro utilizzo e sa classificare i rifiuti, sviluppandone l’attività di riciclaggio.
7. È in grado di distinguere i diversi device e di utilizzarli correttamente, di rispettare i comportamenti nella rete e navigare in modo sicuro.
8. È in grado di comprendere il concetto di dato e di individuare le informazioni corrette o errate, anche nel confronto con altre fonti.
9. Sa distinguere l’identità digitale da un’identità reale e sa applicare le regole sulla privacy tutelando sè stesso e il bene collettivo.
10. Prende piena consapevolezza dell’identità digitale come valore individuale e collettivo da preservare.
11. È in grado di argomentare attraverso diversi sistemi di comunicazione.
12. È consapevole dei rischi della rete e come riuscire a individuarli.